Carlo Prati nacque a Gera Lario, Pieve di Sorico, notevole ed antico
paese: testimonianze archeologiche (un pavimento musivo ritrovato nella
chiesa di S. Vincenzo viene dato per risalente tra il II e III secolo
d.C.) confermano l’esistenza di una base romana lungo la “via
regia” che da li passava. Architettura privata, e affreschi sulle
case e nella chiesa stanno a testimoniare il crescere del paese che raggiunse
l’autonomia quale Parrocchia nel 1587 e in forma di Comune nel 16201.
Inoltre, nel 1634, venne costruita una nuova chiesa in una posizione più
centrale del paese2. Accanto alle normali attività,
quali l’agricoltura e la pesca, un certo fervore musicale, complice
la posizione non molto distante dal confine coi Grigioni (anche Valtellina
e Valchiavenna ne facevano parte), e quindi in un’area esposta al
pericolo dell’infiltrazione protestante, veniva stimolato soprattutto
da certa parte del clero.
Vista da questa prospettiva anche la presenza del cardinal Gallio con
il suo splendido palazzo in Gravedona, poteva essere dettata da motivi
pratici oltre che dalla bellezza del paesaggio.
Il contesto musicale in cui si mosse Carlo Prati, aveva una certa tradizione
su cui poter contare, ordini religiosi quali gli Oratoriani di S. Filippo
Neri, i Gesuiti e anche il clero secolare consideravano utilissima, ai
fini anche della propaganda dottrinale l’uso della musica sacra
e da qui la sentita necessità di dotare anche di strumenti le chiese.
L’Alto Lario, in questo periodo, ebbe pure un certo numero di musicisti
di “spessore” basti ricordare Giovanni Gentili3,
organista del Duomo di Como e la famiglia Cossoni : Don Carlo Donato4,
i fratelli Euclide e Giovanni Battista attivi in Alto Lario, il padre
Giovanni Antonio organista di Sondrio.
Fu forse proprio grazie a Don Carlo Donato Cossoni, in quanto Maestro
di Cappella, che il Prati, come si vedrà, nonostante alcuni problemi
creatigli dalla concorrenza, lavorerà attorno all’organo
del Duomo di Milano.
A conclusione della citazione di musicisti altolariani citiamo inoltre
il sacerdote Francesco Mancino, Canonico di Talamona nel 1666 e successivamente
di Dongo ove svolse anche l’attività di organista, Giuseppe
Mancini, pure di Dongo segnalato quale organista di Peglio agli inizi
del ‘700 e infine il sacerdote Giovan Battista Gentile, invitato
come “capocantore” verso la metà del 1600 a Brenzio
e Peglio5.
Naturalmente anche su periodi precedenti si ricavano notizie che possano
forse, far capire la vocazione musicale di questa zona e il perché
un nativo di Gera si fosse dedicato ad una attività per lo meno
insolita.
Nel 1560 circa, il Protonotario Apostolico Giambattista Passalacqua, appartenente
ad una nobile famiglia comasca, istituiva l’Accademia del Larii.
Sommarie notizie vengono date da Quintilio Lucino Passalacqua6,
nipote del fondatore: si radunavano personaggi appartenenti alle maggiori
famiglie comasche, alcune delle quali con possedimenti anche in Alto Lario,
occupandosi in “canti, orazioni, poemi, imprese, letture di
teologia sacra e simili altri virtuosi trattenimenti”. In questo
primo periodo (il Passalacqua mori’ nel 1583) illustri accademici
furono Alessandro Giovio, figlio di Benedetto, il Cav. Luigi Raimondi,
Benedetto Volpi e Francesco Porta. Successivamente l’attività
musicale acquistò maggiore importanza nelle attività dell’Accademia.
Testimonianze preziose sono ricavabili dalla prefazione del “Primo
Libro delle Canzoni” di Paolo Bottaccio7:
[…]con la quale m’hanno dato occasione di comporle, ammettendomi
nelle loro nobili raunanze, ove con dotti plettri, & soauissime voci,
& in altra guisa ancora sogliono virtuosamente passar l’hore
noiose. […]8.
Come tradizione il titolo delle canzoni è già di per se
una dedica alle famiglie9 degli appartenenti all’Accademia,
possiamo rilevare quindi che la quasi totalità delle famiglie nobili
e/o maggiorenti della città di Como sono elencate nell’indice
dell’opera10.
Che questa forma musicale fosse ben accetta anche in Alto Lario, è
testimoniato dal ritrovamento fatto da Ilic Colzani di ritagli della partitura
della canzon “La Pera” di Antonio Mortaro11 riutilizzata
probabilmente da Carlo Prati, quale rinforzo nei mantici dell’organo
di Brenzio, cosa avvenuta perché ormai il gusto musicale non gradiva
più una musica di mezzo secolo prima ritenuta ormai obsoleta.
Altra opera di Paolo Bottaccio dedicata agli accademici Larii è
una sua pubblicazione del 160912; nella dedica si legge:
Ded. Ai signori Academici Larii di Como: “Havendo le SS.VV.
Illustrissime mostrato di gustar tanto le mie Canzoni da suonare; vengo
hora à presentar loro queste mie compositioni da gustarsi e col
suono e con le voci ancora; et tanto più volentieri a ciò
mi muovo quando che da un mio Signore della loro Accademia mi furono dati
i SOSPIRI (rime del Signor Marino Poeta celebre) con ordine ch’io
dovesse metterli in Musica… non solo i SOSPIRI, ma alcun’altri
Madrigali insieme… Como, 10 VI 1609”
Dall’indice si ricava poi, il nome di specifici dedicatari : Il
Duca d’Alvito13 e Honorio Gallio14 , inoltre
tre madrigali15 sono dedicati alle nozze tra il Conte Francesco
Cicogna e Hortensia Gallia. La famiglia Gallio era senza dubbio la più
importante tra gli appartenenti alla Accademia, Tolomeo Gallio, allievo
di Benedetto Giovio, fu inviato a Roma dove fu affidato a Paolo Giovio:
Consacrato sacerdote, entrò al seguito del Cardinale Trivulzio,
alla sua morte, per un breve periodo, col Cardinale Gaddi, poi col Cardinale
Gian Angelo Medici.
Fu molto amico di S. Carlo Borromeo, col quale ebbe notevoli contatti
(rimangono 182 lettere16 a testimonianza della continuità
di rapporti) e fu persino suo ospite nel suo palazzo di Como. Nel 1559
all’elezione di Gian Angelo Medici al Soglio Pontificio, col nome
di Pio IV, divenne suo “Segretario delle lettere e dei brevi”.
Nel 1565, dopo essere stato nominato Vescovo di Martirana in Calabria
(1560), e Arcivescovo di Siponto e Manfredonia (1562), fu creato Cardinale.
Sotto Gregorio XIII fu nominato Segretario di Stato. Tutta l’attività
svolta lontano da Como non gli impedì di occuparsi dei suoi interessi
a Como, nel 1583 iniziò infatti, la costruzione di un “sontuoso
palazzo” in Gravedona (alto Lario) terminato nel 158617
, ora sede della Comunità Montana Alto Lario. Al servizio del nipote
prediletto, che portava il suo stesso nome, anche se non in una forma
esclusiva18, fu il musicista Orazio Scaletta, che nel 1604
gli dedicò un Libro di Madrigali19. Anche la prima edizione
della sua opera teorica “Scala di Musica”20
essendo stata edita a Como, potrebbe aver visto un interessamento dei
Gallio.
Non a caso la prima delle canzoni del Bottaccio è “La
Gallia”.
Oscar Tajetti
Da: ILIC COLZANI, ALBERTO ROVI, OSCAR TAJETTI. Carlo Prati costruttore
di organi del Seicento tra Lombardia e Trentino, Nuova Editrice Delta,
Gravedona, 2002
1 - AAVV Gera Lario La
sua Chiesa, la sua terra, la sua gente, Como, 1988 pag 19
2 - ibid.
3 - Giovanni Gentili (Dongo, 1597 ca. ? 1665 ca.) fu
organista di Sondio verso il 1621 poi dal 1631 ca. organista del Duomo
di Como cfr. M.Longatti, Organi Organisti op cit. pp 61-62
4 - Don Carlo Donato Cossoni (Gravedona, 10/11/1623-ivi,
5/3/1700) Organista di S. Fedele in Como nel 1650,primo organista di S.
Petronio in Bologna dal 1663 al 1671, Maestro di Cappella del Duomo di
Milano dal 1687 al 1692, attivo poi nel suo paese natale come Canonico
ma anche come musicista. Per ulteriori notizie vedi M. LONGATTI, Carlo
Cossoni da Gravedona […] inArchivio storico della Diocesi
di Como, vol. 11, Como, 2000
5 - M. LONGATTI, Organi, Organisti, op. cit.
pag. 62
6 - QUINTINO LUCINO PASSALACQUA. Quattro lettere
istoriche, Como, Baldassarre Arcione,1630
7 - PAOLO BOTTACCIO, Il Primo Libro delle Canzoni
da suonare A Quattro e Otto voci. Venezia, Angelo Gardano, 1609
8 - L’opera è giunta a noi solo nelle parti
di Canto Tenore e Basso, conservate solo nella Biblioteca dell’Università
di Upsala (Svezia), è stato però possibile recuperarne la
maggior parte dei brani grazie alla intavolatura di Pelplin ristampata
con trascrizione in notazione moderna in: Antiquitates Musicae in
Polonia vol. VIII
9 - Cfr. CLAUDIO SARTORI, Une pratique des musiciens
lombards (1582-1639) l’omage des chansons instrumentels aux familles
d’une Ville inLa musique instrumentale de la Renaissance,
Parigi, 1955
10 - La Gallia, La Corte, L’Honorata, La Magnacavalla,
La Pandorina,La Bottaccia, La Castigliona, La Carli, La Raimonda, La Sessa,
La Turcona, La Lucina, La Carcana, La Laureata, L’Albrisia, L’Olgiata,
L’Argolica, La Giovia, La Rezzana, l’Archinta, La Pallavicina.
11 - Primo libro/ de Canzoni/ da Sonare/ a quattro
voci,/ di Antonio Mortaro/ da Brescia.[…]In Venetia Appresso Ricciardo
Amadino,/ MDC./
12 - PAOLO BOTTACCIO, I Sospiri con altri, Madrigali
a cinque, et otto voci. Di Paolo Bottaccio novamente composti, et dati
in luce. Libro Primo. In Venetia. Appresso Angelo Gardane, et fratelli.
1609
13 - Titolo di cui fu insignito dal Re di Spagna, il
conte Tolomeo Gallio, omonimo nipote del Cardinale, si tratta del madrigale
Giusto è, signor, che l’almo vostro Zio.
14 - Il madrigale Quasi figlio del sole o colui che
di cera inpennò l’ali.
15 - Nel Lario suol, tra vaghi fior vezzosa; Spargan
le vaghe ninfe e i dolci amori; Desta Zeffiro al canto del Lario laco
i più famosi cigni,
16 - Pubblicate in Periodico Storico Comese,
Como, 1889
17 - M. B. ZECCHINELLI - L. M. BELLONI, Palazzo Gallio,
Menaggio, 1993
18 - Nel 1585 era Maestro di Cappella del Duomo di Milano,
nel 1590 lavorava a Venezia, lo stesso anno fu Maestro di Cappella prima
a Lodi poi a Bergamo e dal 1601 al 1608 a Crema.
19 - ORAZIO SCALETTA, Affettuosi Affetti, Madrigali
a sei voci[…] Venezia, Ricciardo Amadino, 1604
20 - ORAZIO SCALETTA, Scala di Musica, molto necessaria
per principianti, di Orazio Scaletta da Crema, […], Como, 1595.
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